Dopo tanti insuccessi tra
Carlo di Valois e Roberto d’Angiò, si convenne di trattare la pace. Per le
trattative corsero alquanti giorni: infine furon conchiuse e giurate a
Caltabellotta il 31 agosto 1302.
Con esse si lasciava la
Sicilia a Federigo, finchè fosse vissuto, col titolo di re di Trinacria, patto
disonorevole: gli si dava in moglie Eleonora figlia del re Carlo d’Angiò; i
figli sarebbero stati re di Sardegna e di Cipro: Federigo doveva rendere le
terre occupate sulla penisola e Carlo quelle occupate in Sicilia.
La Sicilia, che dopo venti
anni di guerra era esausta, ne giubilò: Bonifazio dovette frenarsi. Promulgata
la pace si fecero feste, ed è fama che a un convito, sedendo Nicolò Palizzi fra
Roberto e il Valois, e questi avendogli domandato che cosa avrebbe fatto, se
l’assedio avesse reso impossibile la difesa di Messina, ebbe risposta:
“Messere, consumato l’ultimo boccone di carne di cavallo e di cane, avremmo
ucciso le donne, i vecchi, i bambini, e avremmo dato fuoco alla città per
morire tra le sue rovine come quelli di Sagunto”. E Carlo a Roberto: “Vedi chi
volevamo vincere! Bene è stata la pace!”.
Luigi Natoli: Mastro Bertuchello.
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