Fra
i giardini si allungava il sentiero bianchiccio, in fondo al quale si alzava la
chiesa di Sant’Antonio, col suo campanile acuminato, che sorgeva dolcemente fra
gli alberi sonnecchianti.
Era
la chiesa dove egli, Antonio Barresi, era andato a sposare donna Aldonza; ed
era là che ogni mattina andavano a sentir messa. Placida e chiara chiesuola,
dove le labbra delicate di donna Aldonza avevano per la prima volta strette
quelle del marito desideroso. Oh, qual folla di ricordi e di sentimenti non si
riversò nell’animo di lui, in quel momento, contemplando la lontana chiesuola,
silenziosa e tranquilla nella pace di quella notte luminosa!... Strinse la
testa fra le mani, mentre ruggivagli la passione nel cuore. Ah, quelle notti
d’amore, al chiaro della luna che penetrava nella camera del castello, come un
fascio d’argento! Ella, tutta bianca, sotto il mite splendore della luna, coi
capelli spioventi sulle spalle, sorridente, affascinatrice dritta in mezzo alla
camera, attendeva il marito... Il signor Antonio la rivedeva così; e mentre la
memoria gli dipingeva il passato vivamente, egli stringevasi le mani
disperatamente; ed ululava il dolore cupamente dentro l’anima sua, come lupo
affamato nelle notti invernali.
Abbandonò
la finestra, preso da un subitaneo impeto di odio per quel paesaggio così
tranquillo, mentre gli dibattevasi nella tempesta della gelosia; con passi
concitati, sospinto da una bramosia di sangue che lo accecava, uscito dalla
stanza, attraversò un corridoio e aperse un uscio che vi era in fondo; ma si
fermò sulla soglia. Dalla finestra penetrava un quadrato di luce tenera sul
pavimento verdognolo: e in mezzo a quella luce, dritta e bianca donna Aldonza, con
le mani abbandonate sul grembo, stava contemplando il paesaggio; stava così,
come l’aveva veduta egli nei giorni della felicità.
Ella
era così assorta, che non sentì l’entrar del marito, e il signor Antonio non si
muoveva, assorbito com’era da quella visione che lo riconduceva ai suoi giorni
di gioia e d’amore. Un nodo di pianto gli saliva alla gola e lo soffocava;
tremò di commuoversi; volle vincere sé stesso, volle dimenticare quel passato
per non vedere che la miseria presente; ma nello sforzo un singhiozzo ruppe dal
suo petto.
Donna
Aldonza trasalì spaventata, voltossi, e visto il marito così sconvolto, rimase
pallida e senza moto, né seppe profferire parola.
Stettero
entrambi in silenzio nella camera illuminata dai riflessi, che s’irradiavano
dal quadrato di luce descritto dalla luna sul pavimento: nella quasi oscurità
il letto appariva di una bianchezza dubia e velata; qua e là gli smalti delle
maioliche e le dorature di un mobile mandavano dei tenui lampi di luce; e in
mezzo alla camera immobili, silenziosi, donna Aldonza e il signor Antonio si
guardavano: ella tutta inondata di luce, egli immerso nell’ombra, ma gli
sfolgoreggiavano di ira, di amore, di gelosia gli occhi e l’acciaio delle armi.
Finalmente
ella disse:
-
Che è dunque tutto questo che accade, signore?
Egli,
al suono di quella voce, si riscosse; le visioni del passato sparvero come
fiammelle spente a un tratto da un soffio di vento: fece uno sforzo sopra di
sé, diede alla sua voce una calma terribile, e rispose:
-
A che cosa pensavate voi, per non sentire che io ero entrato?
Eludeva
così la risposta, avviluppando la moglie con la sua dimanda fosca e sospettosa....
Ella si coperse, resa stupida da un terrore ignoto, e uscì col marito. Attraversarono i corridoi in silenzio, scesero le scale, giù nel vestibolo
sonnecchiavano due schiavi alti e robusti, due saraceni dal nero volto bieco e
feroce...
Luigi Natoli: I Santapau. Fa parte di: La baronessa di Carini e altri racconti con fatti di sangue.
Pagine 310 - Prezzo di copertina € 21,00
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