Il
nuovo vicerè, don Ferrante de Acugna era uomo giusto e severo esecutor di
giustizia. Quando seppe gli orribili delitti commessi da Antonio Barresi, che
abusava delle prerogative baronali, lo privò nell’esercizio del mero e misto
impero, e gli ingiunse di scolparsi.
Don
Antonio però non si mosse dal Castello fino a quando non seppe che il Vicerè
compieva un giro per le città dell’isola, e giungerebbe in breve a
Castrogiovanni.
Allora
radunò tutti i vassalli, i cavalieri, gli aderenti della famiglia, per andare
incontro a don Ferrante, cercando di ottenere così, con la manifestazione del
suo rispetto, il condono della pena. E perché il suo incontro riuscisse più
solenne, mandò pei fratelli, graziandoli, e invitandoli ad accompagnarlo.
Voleva così mascherare il suo assassinio, vestendolo delle apparenze di un
solenne atto di giustizia, obbedendo in questo a un segreto bisogno di
ingannare.
Ah,
quante volte, nelle notti insonni, egli vedeva il fantasma di donna Aldonza, prima
tutta bianca nella luce lunare, poi avvolta nel lenzuolo mortuario, con un
aspetto spaventevole! Sorgeva talvolta dalla fossa, rizzandosi sull’erba, nella
notte profonda, mostrando un cerchio livido intorno al collo bianco come un
giglio; e mormorava – Innocente!... – null’altro che questa parola; ma le
sillabe cadevano a una a una come stille di fuoco, che si moltiplicavano
maravigliosamente e lo bruciavano. L’altro
non gli suscitava rimorsi: non aveva egli, sulla torre, pronunziato quelle
parole empie? Era dunque colpevole, aveva offeso con l’intenzione il signor
suo; meritava la morte; ma pure un ululo di dolore risonava talvolta nell’anima
sua; l’ululo della madre al conspetto del figliol suo orridamente morto.
Il
giorno stesso che Antonio Barresi convocava i suoi vassalli per onorare don
Ferrante de Acugna, Ugo di Santapau nel castello di Licodia chiamò i suoi figli
Fedro e Gualcerando, e disse:
-
È l’ora.
E i due
giovanotti, staccate le armi, e baciata la mano del vecchio genitore, montarono
a cavallo e partirono. Gualcerando aveva diciotto anni, Fedro venti; erano
belli e fieri, i capelli bruni ondeggiavan di sotto l’elmetto sulla gorgiera di
acciaio brunito, e gli occhi splendevano di speranza, di audacia, di giovanile
ferocia....Luigi Natoli: I Santapau.
Fa parte di: La baronessa di Carini e altri racconti con fatti di sangue.
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